L’AZIONISTA DI MAGGIORANZA “VENETO” E LA NOSTRA PIENA INDIPENDENZA

L’importanza di una visione progettuale sistemica per “Veneto Sì” e per la Repubblica Veneta

VolantinoA5_Comunicato

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Molti si chiedono come il Veneto possa diventare pienamente indipendente, dato che lo stato italiano “non ci lascierebbe mai andarcene per conto nostro”.

Spesso le spiegazioni tendono a soffermarsi su aspetti giuridici relativi al diritto internazionale, o alla libertà di espressione, con argomentazioni che sovente lasciano in uno stato di confusione chi ascolta. Quanti sono infatti gli esperti di leggi internazionali, o di aspetti specialistici che solo pochi addetti ai lavori padroneggiano con sufficiente ricchezza di argomenti? Senza paura di essere smentiti possiamo ben dire che sono pochi, anzi pochissimi, con ciò portando con sé l’assoluta conseguenza che chi fa proprie tali convizioni deve agire perlopiù su un meccanismo di fiducia senza possibilità di controllare l’argomentazione.

C’è però un ambito che non è materia di superesperti e che è comprensibile a chiunque.

Lo stato italiano infatti, come qualsiasi altra organizzazione dipende in modo prevalente da chi ne mette a disposizione le risorse affinchè possa funzionare (verbo che mal si adatta alla repubblica italiana). Per semplificare, è come una società i cui amministratori, i politici, dipendono dalla proprietà. Ma di chi è la proprietà? La retorica grillina usava questo esempio attribuendo la “proprietà” agli elettori, come dovrebbe essere teoricamente in una democrazia. È del tutto evidente d’altro canto che gli elettori in questo sgangherato stato non contano nulla e lo dimostrano sia i molti referendum traditi dal parlamento (dal finanziamento ai partiti, al ministero dell’agricoltura, o alla privatizzazione della rai) sia il fatto che gli ultimi tre governi da tre anni a questa parte non sono frutto della volontà degli elettori, bensì di un’oligarchia che governa nonostante gli elettori.

Se quindi il cittadino sovrano è stato derubato del suo potere, altrettanto non si può dire del cittadino pagatore di tasse. In fin dei conti i soldi necessari per il funzionamento dello stato dipendono ancora e anzi sempre più dal gettito fiscale.

A maggior ragione se pensiamo alla sovraesposizione debitoria dello stato italiano che lo ha portato pochi giorni fa ad essere valutato dall’agenzia di rating Standard and Poor’s al livello BBB-, appena sopra la spazzatura.

I pagatori di tasse sono gli autentici proprietari di questo stato (e in fin dei conti di tutti gli stati). E i veneti, che in questo senso vantano assieme a pochi (i lombardi, gli emiliani-romagnoli e in parte i piemontesi) un credito fiscale spaventoso, rappresentano un autentico azionista di maggioranza dello stato italiano.

È chiaro pertanto che se i veneti lo vogliono, possono determinare a proprio piacimento come rapportarsi con esso, fino al punto di decidere, come hanno deciso di fare plebiscitariamente il 16-21 marzo scorsi nel referendum di indipendenza del Veneto organizzato da Plebiscito.eu e da 10 Comuni Veneti, di uscire dalla società Italia Spa per farsi la propria “società”, basata su ben altre regole e comportamenti.

L’azionista di maggioranza “Veneto” fino a qualche decennio fa poteva ragionevolmente pensare di instaurare un rapporto di cooperazione con lo stato italiano secondo un modello “autonomista”, come tentò di fare l’allore ministro della Democrazia Cristiana Antonio Bisaglia, cercando inutilmente di dare vita alla costola “bavarese” della Dc Veneta, sull’esempio della Csu e della Cdu in Germania. Egli sbagliò strategicamente e tragicamente però a concepire un disegno “antisistemico” e ne pagò le conseguenze, andando a pestare i piedi a chi non doveva.

Il compito odierno degli indipendentisti veneti, ora che si è del tutto e per fortuna esaurito addirittura il ruolo storico dell’Italia unitaria, è di concepire una visione della Repubblica Veneta che sia “sistemica” e che porti quindi il vantaggio non solo dei veneti, ma di tutti gli attori del quadro geopolitico generale in cui ci troviamo.

Il vantaggio competitivo incolmabile di Veneto Sì è di aver capito tale aspetto e di aver iniziato a dargli concretamente forma, fino alla piena indipendenza del Veneto.

Gianluca Busato
Segretario – Veneto Sì

5 comments on «L’AZIONISTA DI MAGGIORANZA “VENETO” E LA NOSTRA PIENA INDIPENDENZA»

  1. Luca Boniolo ha detto:

    Avete giá una prospettiva della tempostica per raggiungere l’obiettivo?

    1. Michele De Vecchi ha detto:

      Dipende solo ed esclusivamente dai veneti stessi…

    2. Rino Miraval ha detto:

      Quando si discute di finanza per me ci sono due alternative il Forex o http://www.ekabank.org,perché anche se idealmente contrapposte dobbiamo confrontarci con il mercato, anche il Veneto deve sapere come amministrasi e fare le scelte giuste.

  2. Beniamino ha detto:

    E’ quello che continuo a a dire sostenendo proprio questa tesi che parzialmente si avvicina alla mi idea di quello che siamo, viviamo e la politica romana ma , aggiungo la politica internazionale come l’ ONU al quale SEMpre si fa appello per ottenere i NOSTRI diritti di libertà e autodeterminazione. Ebbene io asserisco che “roma” non si priverà mai del suo “sostentamento” Costitizione o no, l’ ONU non si metterà MAI contro roma e purtroppo i veneti ….gente molto strana, divisa, baruffante, invidiosa ha mostrato una incredibile IMMATURITA’ votando una kienge pochi giorni dopo che avevano votato per il PLEBISCITO a stragrande maggioranza per la propria indipendenza….cioè ha votato chi ci vuole schiavi degli stranieri che ci costano in denaro, vite umane….se tanto mi da tanto, la fiducia di vedere uno spiraglio non c’è…vedo con certezza il disastro europeo che si avvicina, dove non avremo più nemmeno le nostre case visto che SONO GIà IPOTECATE DALL’ EUROPA…..L’ ARGOMENTO NON PAGARE LE TASSE ….HEHEHEHEH MA SE I VENETI SI FANNO LA POPO’ ADDOSSO SE TARDANO DI UN GIORNO IL PAGAMENTO? SPERO MOLTO DI SBAGLIARE TUTTO…..VEDREMO….

  3. Giorgio Ronzani ha detto:

    Il ragionamento è logico inconfutabile e per quanto ne capisco, giuridicamente ineccepibile.

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