SALVIAMOCI DALL’OSCURANTISMO ITALIANO CON L’INDIPENDENZA DEL VENETO

Scappiamo dall’Italia, sempre più Venezuela d’Europa. Giovedì sera 30 novembre a Valeggio sul Mincio il convegno “Le Nuove Vie della Seta – Veneto, Cina, Europa”

Le ultime settimane confermano e anzi accentuano una tendenza che a dire il vero è ormai più che ventennale: l’Italia è irreversibilmente incamminata in un viatico di retroguardia e sembra ben orientata ad evitare ogni rischio di essere contaminata dai processi evolutivi in corso nel resto del mondo civile.

Qualcuno lo chiama declino, altri degrado. Gli aggettivi si consumano, da paese straccione, a stato ladro e fallito. Fatto sta che l’esito è lo stesso: non c’è alcuna speranza di salvezza per il (presunto) belpaese.

Le ultime vicende relative alla canea nazionalpopolare contro Amazon da un lato e alla folle proposta di applicare la webtax sono inequivocabili segnali dell’avversione tricolore all’innovazione. Il fattore distintivo della pseudo-italianità sono sempre più l’invidia verso i migliori e la guerra totale contro la tecnologia.

È incredibile come la vicenda Amazon della settimana scorsa abbia visto uniti gli alfieri del nazionalismo più becero con i sindacati difensori dei privilegi di parte e nemici agguerriti di ogni ipotesi di meritocrazia e di contrattazione individuale.

Non è inoltre un caso che in sordina sia passata in commissione bilancio del senato l’approvazione all’unanimità (sic!) del testo di legge sulla web tax che preveda una tassazione del 6% per ogni transazione digitale.

Applicare un tassa del 6% sul fatturato vuol dire tassare ciò su cui hai già pagato le tasse (iva, tasse sul lavoro, tasse sul reddito etc.), quindi aumentare i costi in modo arbitrario: significa penalizzare un imprenditore estero, quindi fare un’operazione di protezionismo per evitare che entri l’innovazione, isolando il sistema-paese dalla modernità.

Tale tassa medievale prevede di colpire pertanto proprio le aziende che fanno dell’evoluzione tecnologica un tratto distintivo, difendendo in modo pretestuoso e assurdo chi invece resta ancorato al passato. Ciò allontana ancora una volta e ancora di più l’Italia dal novero dei paesi civili, dove le tecnologie digitali vengono invece incentivate al fine di difendere posizioni di rendita parassitaria altrimenti indifendibili.

Il tutto passa con la litania che senza interruzione passa negli organi di informazioni televisivi, online e cartacei che ripetono il mantra governativo, ovvero che si tratti di un provvedimento che mira a riequilibrare la presunta “evasione fiscale” dei giganti della rete, gli “Over The Top”. Si tratta di un’autentica “fake news”, che ha purtroppo il bollino certificato dello stato italiano, del suo governo e di tutte le organizzazioni sindacali di categoria, dai lavoratori agli imprenditori, senza eccezioni.

Tutti uniti nel difendere il sottosviluppo italiano, tutti uniti con il vangelo secondo Boccia, che prevede la dittatura dell’ignoranza digitale e la difesa degli interessi corporativi di chi vuole continuare a stare sul mercato a discapito dei consumatori e a discapito dell’interesse generale del paese.

Il protezionismo italiano è il tratto distintivo del campione della retroguardia e dell’isolazionismo, il Venezuela d’Europa, quell’Italia che si distingue sempre più per il furto intergenerazionale, il furto fiscale territoriale contro il Veneto e tutte le regioni produttive, l’avversione alla modernità, l’emigrazione massiva (oltre 250.000 persone all’anno), il parassitismo, la lamentela, il corporativismo, l’antimeritocrazia.

Un incubo civile e fiscale dal quale scappare e che paradossalmente in futuro solo le Amazon di turno potranno decidere di sfruttare come mercato residuale grazie alla propria superiore efficienza ed economie di scale che consentiranno loro anche di far fronte alla penalizzazione del furto protezionistico del 6% sul fatturato.

Mentre quindi il Corriere della Sera si accorge di uno squilibrio di 88 miliardi di euro all’anno nel sistema previdenziale italiano, noi tracciamo la via per lo sviluppo futuro che vede Venezia baricentro dei nuovi corridoi di comunicazione globale. L’appuntamento è per giovedì prossimo 30 novembre a Valeggio sul Mincio (VR) alle ore 20.30 presso la sala Civica “Gaetano Toffali” in Via Roma, 9.

Nel corso dell’evento, oltre a dare un resoconto dello stato dell’arte delle nostre attività e delle prossime realizzazioni, presenteremo anche un quadro interessante di opportunità, impresa e soluzioni ad alta redditività per gli operatori economici. Sveleremo inoltre anche con dettagli inediti quali sono i grandi cambiamenti geopolitici e macroeconomici in corso, che vedono Venezia e il Veneto tornare ad essere il cardine dei nuovi corridoi di commercio internazionale delle Nuove Vie della Seta.

Sarà proprio la questione geopolitica il fattore determinante a sorpresa che porterà al trionfo del progetto di indipendenza del Veneto.

Veneto Sì / Plebiscito.eu

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