Nelle prossime elezioni regionali i veneti avranno tre opzioni: lealtà all’Italia, sterile protesta, o indipendenza
Nel 2020 il Veneto tornerà alle urne per rinnovare il proprio consiglio regionale e oggi molti si interrogano sullo scenario che verrà a crearsi. Ciò avviene dopo che sono passati più di due anni dall’autonomia tradita e con l’emergere di un forte consenso a livello italiano verso Salvini, il capitano che ha portato la lega a virare verso una linea politica nazionalistica tricolore. Tutto sembra muoversi per aumentare ancora più il suo consenso nei prossimi mesi. Paradossalmente nel momento in cui cominciano a riaddensarsi le nubi della crisi economica in tutta Europa (è di ieri l’allarma lanciato dall’FMI) e mentre avanza la deindustrializzazione in molte aree del sistema-paese a causa di una difficoltà ad agganciare il treno dell’innovazione che a livello mondiale viaggia sempre più a ritmi sostenuti, la preoccupazione verso un futuro sempre più tetro unita all’alienazione di molti dal sistema economico-produttivo fa salire le preferenze verso una proposta politica conservatrice, com’è normale che possa avvenire in tale ambito. Non è a nostro avviso infatti l’immigrazione il tema che porta più voti a Salvini, bensì proprio la paura del futuro. La sua è quindi la classica scelta di “fedeltà” del corpo elettorale che attraverso il consenso al capitano sceglie di puntare sulla tenuta dell’Italia così com’è.
In Veneto lo scenario è diverso, perché qui la crisi colpisce in modo diverso. Parliamo di un’area dove la disoccupazione è quasi inesistente, sebbene i livelli reali di reddito dei lavoratori siano praticamente rimasti al palo da 25 anni a questa parte.
Quando la crisi dovesse battere più forte, allora in Veneto gli effetti saranno più forti e dirompenti, com’è avvenuto nel periodo 2008-2014. Com’è ovvio infatti, quando si cade da più alto ci si fa più male. E questo è un’autentica assurdità per una regione che vanta un surplus finanziario ogni anno di 15-20 miliardi di euro, il cosiddetto residuo fiscale, che noi preferiamo chiamare rapina fiscale.
E cinque anni fa, grazie all’azione di Plebiscito.eu, nel culmine della crisi economica, il tema al centro della discussione era appunto l’indipendenza, come molti si ricorderanno. Le forze politiche presenti in consiglio regionale, a cominciare dalla lega con Zaia, sono quindi riuscite a tradire l’ondata popolare di cambiamento scaturita dal referendum digitale di indipendenza del Veneto riportando la barra sull’autonomia farlocca, quindi sul referendum del 2017 che non ha prodotto alcunché, com’era ovvio che fosse.
Dopo il fallimento leghista in Veneto, il tema dell’indipendenza tornerà ad essere cruciale nelle elezioni del 2020, ancora una volta grazie all’azione di Plebiscito.eu, che oggi è l’unica forza politica veneta ad averlo come proprio primo obiettivo.
La sfida sarà chiara e i veneti finalmente potranno scegliere tra tre opzioni.
La prima opzione sarà la lealtà al sistema, confermando il voto alla lega di Salvini e Zaia. Anche qualsiasi altro voto dato ad altri partiti italiani sarà a ciò assimilabile, così come lo è l’astensione dal voto, che porta acqua al loro mulino. D’altro canto anche se Salvini prendesse il 100%, cosa cambierebbe in realtà per i veneti che sono governati dal centro-destra e dalla lega da 30 anni?
Una seconda opzione sarà rappresentata dalla protesta (sterile) del partito dei veneti, con la riproposizione dell’autonomia, o dell’autogoverno come dicono, proposta che già era fallita con Zaia, figuriamoci con loro. Anche se tutti i veneti votassero questa opzione, basterebbero 20 deputati campani per contare di più di loro.
La terza e più importante possibilità che i veneti avranno è di votare la propria indipendenza con Plebiscito.eu, la forza politica che ha saputo imporre la questione veneta all’attenzione del mondo intero.
È chiaro quindi che i prossimi mesi saranno cruciali per permettere ai veneti di poter fare la propria scelta decidendo se restare fedeli all’Italia che li deruba, se protestare flebilmente chiedendo l’autonomia già negata, oppure se intraprendere la via della propria indipendenza personale e del Veneto, unica possibilità di garantire un futuro per loro stessi e per i propri figli.
Questi mesi saranno importanti perché come Plebiscito.eu dovremo saperci organizzare per dare finalmente ai nostri concittadini le chiavi per scegliere la propria libertà.
Gianluca Busato
Veneto Sì / Plebiscito.eu
P.S.: cominciamo ad attivarci da subito a tale progetto di libertà, partecipando all’evento di venerdì prossimo 8 novembre a Mestre (ore 20.30, Hotel Ai Pini).