IL VENETO TORNA AL CENTRO AL MONDO

L’indipendenza è il naturale destino di una Terra che rappresenta un hub globale e uno snodo logistico naturale e che troverà i propri rappresentanti in grado di rappresentarla con le elezioni del Parlamento Veneto del 15-20 marzo.

vsiIl Veneto non potrà mai essere Terra di conquista, né un territorio omologato a uno stato che si regge sul furto delle sue risorse. La questione politica italiana è immanente alla questione veneta. Un anno fa, per errore di sottovalutazione il confronto nacque proprio su questo. Oggi i giornali veneti e italiani non lasciano trasparire il benché minimo spazio al tema dell’indipendenza del Veneto, se non per deriderla, infangarla, sminuirla, oppure, come dice il Corriere del Veneto di oggi, per dire che
“tutti sanno che la battaglia per l’indipendenza non sarà più tema di campagna elettorale e verrà lasciata ai venetisti”.
Ohibò, c’è qualcosa che non torna. Come si fa a dire che l’indipendenza non è tema di campagna elettorale, nelle elezioni regionali del Veneto? E quando mai altro dovrebbe esserlo, nelle elezioni di Topolinia forse?
Una volta ci dicevano che gli indipendentisti erano in antitesi alla globalizzazione, ma adesso Parag Khanna ci ha insegnato e ha detto agli intellettuali italiani di regime che il re è nudo, che è vero esattamente il contrario, ovvero che gli indipendentisti, e in particolare i ragazzi di Plebiscito.eu e Veneto Sì, da lui citati più di tutti gli altri movimenti indipendentisti europei e mondiali nella sua recente intervista a European, sono i più avanzati innovatori che esistono nel mondo proteso verso una nuova forma di civiltà globale interconnessa. I passatisti, i nostalgici, gli utopisti insomma, secondo Khanna, sono proprio coloro che difendono uno stato unitario superato dalla storia, superato dall’integrazione europea, superato dalle nuove vie di comunicazione transcontinentali e globali, che promuovono Venezia come nuovo hub globale e snodo legistico negli equilibri geopolitici in fase di costruzione e di imponente finanziamento a livello globale. Quale dev’essere quindi il tema della campagna elettorale a 10 anni dal completamento delle nuove vie della seta, se non la capacità di porsi a livello strategico globale come interlocutori del mondo. Come altro potremo svolgere il nostro ruolo di centro nevralgico di interscambio commerciale e culturale con il continente euroasiatico e con tutti gli altri quadranti della Terra, se non proprio come nuovo stato indipendente?
RU-CINA-nuove-vie-della-seta_big (1)Sapete perché non rispondono a questa domanda i candidati presidente del Veneto dei partiti italiani? Semplicemente perché il compito non è alla loro portata. Non è questione di cattiva volontà, sono tutti bravi ragazzi e ragazze, ma non si può pensare di realizzare un compito strategico di tale levatura restando schiavi di uno stato marcio che ci porta via l’80% delle nostre risorse per finanziare il sottosviluppo che gli garantisce il controllo politico su popolazioni oramai sfinite ed alienate dal mondo civile.

Chi allora può rispondere a questa domanda? Solo ed unicamente chi ha saputo porla di fronte al mondo intero e rispondervi già un anno fa, raccogliendo il consenso plebiscitario più incredibile che mai sia stato registrato in Veneto nella storia contemporanea, con l’89,10% di favorevoli all’indipendenza su oltre 2,3 milioni di elettori.

Tutto il resto di fronte a questi fatti concreti è il nulla assoluto.

VolantinoA5_votoVSI-STAMPAE allora, se il tema dell’indipendenza del Veneto è destinato a non essere presente nelle elezioni regionali secondo il pensiero mainstream degli organi di informazione dell’unico Paese che in quanto a libertà di stampa è classificato come non libero, vorrà dire che lo porteremo all’attenzione del mondo con le elezioni del Parlamento Veneto. Non ci sono alternative, se dev’essere tsunami, tsunami indipendentista sia. Poi allora tutti vedremo se i veneti scelgono di rispondere Veneto Sì o Veneto no.

Gianluca Busato
Candidato Presidente del Veneto
Veneto Sì

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