La costruzione di una forte alternativa ai partiti italiani passa per la strada obbligata della coerenza politica e non per scorciatoie elettorali controproducenti
In questa tornata di elezioni amministrative che catturano ben poca attenzione nei cittadini per bene, in campo indipendentista ne stiamo vedendo di tutti i colori.
Come noto, per quanto possiamo essere tacciati di essere “visionari” e per qualche analfabeta digitale possiamo apparire fissati su aspetti legati a tecnologia ed economia, non ci schieriamo di certo tra coloro che pensano di poter prescindere dall’esercizio democratico per l’ottenimento dell’indipendenza. Vediamo pertanto con favore la partecipazione elettorale, in quanto non vi sono altre scorciatoie, a meno che qualcuno non possegga divisioni ed eserciti ben nascosti e anche ben difficili da manovrare in un contesto moderno: persino le superpotenze faticano infatti ad imporre il proprio dominio attraverso la forza militare, figuriamoci un insieme male organizzato di cittadini oppressi dal fisco e dall’oscurantismo del burosauro italiano.
Bene quindi l’esercizio democratico e la partecipazione ad elezioni. Ma sul come permetteteci di discutere un attimo. Non crediamo infatti che al fine dell’ottenimento della piena indipendenza del Veneto possa portare alcun vantaggio partecipare ad elezioni alleandosi con partiti italiani, quali la lega nord (a Montebelluna) e il partito democratico (ad Adria), solo per citare un paio di esempi che vedono la partecipazione di esponenti indipendentisti di colore gialloblu. Anzi, riteniamo che a fronte dell’insignificante apporto alla causa indipendentista si vada a compromettere la credibilità di chi fa simili scelte.
Qualcuno osserva che, data la presenza di una legge maggioritaria, allearsi a partiti italiani diventa un percorso obbligato. Ammesso e non concesso che tale ragionamento abbia senso, qualcuno potrebbe andarlo a spiegare, ad esempio, agli scozzesi, che a loro volta devono confrontarsi con una legge elettorale maggioritaria?
Sbagliano allora gli scozzesi dello Scottish National Party, che non si alleano a partiti britannici e dal 2007 continuano a vincere le elezioni con sempre maggiore consenso, rendendo l’ipotesi di indipendenza della Scozia un traguardo sempre più concreto da raggiungere, oppure sbagliano quei piccoli partiti indipendentisti veneti che rinunciano anche solo all’idea di poter diventare grandi svendendosi per qualche assessorato o qualche consigliere comunale, o persino per qualche consigliere regionale all’altare della credibilità e della coerenza politica che in fin dei conti restano l’imprescindibile patrimonio sul quale un’organizzazione politica può costruire il proprio consenso?
Plebiscito.eu e Veneto Sì, il suo braccio politico, hanno scelto questa strada. Dura, difficile, che ci è costata la rinuncia a facili traguardi che pure avremo potuto raggiungere scegliendo il compromesso e il tradimento della causa dopo la straordinaria vittoria nel referendum di indipendenza del Veneto del 2014. Se allora avessimo ceduto alle lusinghe della lega nord e dei vari surrogati oggi saremo in consiglio regionale o forse addirittura nel parlamento europeo. Abbiamo preferito la più difficile strada di creazione di un’organizzazione coerente, credibile, preparata e alternativa ai partiti italiani, che sappia selezionare una classe dirigente seria, motivata e preparata e che sappia essere indipendente sotto tutti gli aspetti, compreso quello economico, dal sistema clientelare partitocratico italiano: quando diventi alleato e complice del sistema basato sulla corruzione morale, ne diventi infatti anche schiavo.
Ciò ci ha richiesto sacrifici enormi, che stiamo facendo anche oggi, per gettare le fondamenta solide sulle quali poter costruire una casa solida e un progetto straordinario e che non teme né gli attacchi né tantomeno la concorrenza dei partiti a delinquere italiani, che oggi festeggiano il regime cleptocratico che consente loro di vivere alle nostre spalle.
C’è ancora molto da fare, ma sappiamo di aver imboccato la strada giusta che porta alla libertà.
E con l’aiuto e il sostegno di molti, ci riusciremo prima e meglio.
Gianluca Busato
Segretario Veneto Sì
concordo pienamente con la linea ufficiale adottata!… è tuttavia sperabile che singolarmente le persone appoggino nei propri comuni i candidati che ritengono più meritevoli di fiducia e stima, umanamente aperti e non ciecamente asserviti ai partiti italiani esistenti. Credo che l’esperienza amministrativa nei comuni sia comunque una scuola di vita se esercitata con impegno e onestà.