Mentre il consiglio regionale cerca di imitare il copione del passato scritto da altri, dal territorio veneto partono azioni concrete verso la piena indipendenza del Veneto. Busato: “che fine hanno fatto i soldi versati dai veneti per il referendum bocciato dalla Consulta? Fanno cumulo con i diamanti?”
[Venezia, 20 luglio 2015] – Oggi a Palazzo Ferro-Fini è stato presentato l’intergruppo consiliare “Parola ai Veneti” che ha l’obiettivo (si legge direttamente sul sito del consiglio regionale) di riaffermare il diritto ad esprimersi sull’auto-determinazione del popolo veneto.
I promotori dell’iniziativa hanno spiegato di ritenere incompatibile con il principio di autodeterminazione dei popoli, tutelato dal diritto internazionale, la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge regionale, che prevedeva un referendum per l’indipendenza del Veneto.
L’obiettivo finale – sempre secondo i promotori – è arrivare a realizzare un nuovo referendum regionale per l’indipendenza del Veneto.
L’idea, si legge nel comunicato, sarebbe condivisa dalla gran parte dei consiglieri di maggioranza, ed anche dal presidente del Consiglio e dal presidente della Giunta, “che hanno preferito non sottoscrivere il documento per ragioni di opportunità”.
Il convincimento dell’intergruppo è che, “nonostante la bocciatura della Corte costituzionale, il referendum si possa fare, perché il diritto di decidere la forma di governo da cui essere rappresentati rimane in capo alle persone: è un diritto inalienabile che non può essere delegato o cedibile”.
L’iniziativa, pur meritoria, ci pare d’altra parte un mezzo passo indietro rispetto alle petizioni popolari che a partire dal febbraio 2012 avevano costretto la precedente legislatura a fare qualche passo in più rispetto a quanto oggi presentato. Tanto da farci dubitare che il nome più corretto per l’intergruppo consiliare non sia “Parola ai Veneti”, bensì piuttosto “Parole al Vento”.
Per non parlare poi del fatto che, ancora una volta dal consiglio regionale non viene un passo in avanti verso il riconoscimento del referendum di indipendenza del Veneto che invece si è tenuto dal 16 al 21 marzo 2014, che pure invece è stato oggetto di riconoscimento da parte di Jacopo Berti, sempre presente in consiglio regionale per il gruppo M5S, attraverso la firma di un protocollo di intesa sul Plebiscito Digitale.
Gianluca Busato ha dichiarato: “l’evidente vuoto legislativo ed operativo che emerge dal consiglio regionale sarà probabilmente riempito di iniziative interlocutorie che difficilmente potranno, ad esempio, contrastare l’azione che proviene dal territorio. Essa segue le certificazioni scientifica e diplomatica del referendum indipendentista del 2014 e la dichiarazione di indipendenza del Veneto di Treviso del 21 marzo 2014, che oggi trovano la propria continuità con l’azione del Parlamento Provvisorio della Repubblica Veneta, che il prossimo 23 luglio si riunirà a Villafranca di Verona. Oppure del Governo Provvisorio, che sta progettando la nuova Piattaforma di Cittadinanza Digitale, che darà al Veneto un’anima civica e sociale digitale che costituirà la nuova potente arma di espressione libera a disposizione del Popolo Veneto, delle famiglie, delle imprese e dei cittadini che contribuiranno al riscatto concreto che ci porterà alla piena e fattiva indipendenza, nell’Europa dei Popoli e in un momento di cambiamenti geopolitici epocali”.
“Resta infine una domanda da fare a Zaia e Ciambetti: che fine hanno fatto i soldi versati dai veneti per finanziare la legge regionale 16/2014 bocciata dalla Consulta? Sono andati forse a fare cumulo con i famosi diamanti e investimenti in Tanzania?”.
Ufficio stampa
VenetoSì
i politici sia romani che locali contano sulla memoria corta della gente, ma i Veneti non è che si sono dimenticati di aver votato in grandissima maggioranza per l’indipendenza l’anno scorso, e alle regionali la pletora dei partiti l’ha votato poco più del cinquanta per cento e Zaia si sente di aver stravinto anche se con solo il 25 per cento della gente… chissà come si sente a dover reggere il moccolo alle scelte del governo romano che attraverso i prefetti crede di poter fare quello che vuole nel Veneto… speriamo ancora per poco, perchè appena potremmo avere la cittadinanza veneta sarà tutta un’altra storia…