Gli autorevoli quotidiani britannici citano lo studio di Deutsche Bank che ha inserito il Dossier Veneto tra le questioni aperte in Europa per rivendicazioni indipendentiste, grazie al referendum digitale del 16-21 marzo 2014 organizzato da Plebiscito.eu
Oggi il Telegraph e ieri il Financial Times ritornano sulla questione dell’indipendenza del Veneto e delle regioni produttive d’Europa, sottoposte a maggiore pressione fiscale da parte degli stati centrali. Viene citato il rapporto di Deutsche Bank, che la settimana prima dello scorso Natale aveva inserito il Dossier Veneto a pieno titolo tra le questioni aperte in Europa per rivendicazioni di tipo indipendentista, grazie al referendum digitale del 16-21 marzo 2014 organizzato da Plebiscito.eu e che lo aveva indetto insieme a diversi Comuni del Veneto.
La questione economica costituisce la prima ragione che alimenta la spinta indipendentista di tali regioni europee, sottolinea il Financial Times, che mette in rilievo la stessa ragione per spiegare anche l’assenza di analoga forza propulsiva di movimenti simili in Francia e Germania.
Il Telegraph sottolinea inoltre come i maggiori costi strutturali in cui incorrerebbero i nuovi stati indipendenti in Veneto, Catalogna, Fiandre (ad esempio per la spesa pubblica per creare la struttura amministrativa, di difesa e diplomatica), sarebbero controbilanciati dall’integrazione europea che permetterebbe nel contempo di assorbirli in parte.
Aggiungiamo inoltre noi che i costi opportunità di non avere una chiara strategia territoriale sono inoltre difficilmente quantificabili a priori, anche se, ad esempio, già la sola chiara ed evidente disparità del bilancio fiscale rende il Veneto tra le regioni europee con un percorso verso la propria indipendenza forse quella che ne ne godrebbe il maggiore beneficio. Tacendo inoltre di ulteriori opportunità derivanti dal prossimo prevedibile cambio di equilibri strategici e geopolitici che lo vede candidarsi a diventare crocevia e baricentro di nuove relazioni e commerci anche extracontinentali.
Gianluca Busato, candidato presidente del Veneto per Veneto Sì ha commentato: “per citare solo la situazione economica attuale, si spiega ad esempio perché il modello bavarese si è ben accontentato dell’assetto federale, alimentandolo politicamente con un grande consenso alla costola bavarese autonoma della CDU, la CSU, che svolge il ruolo di elemento essenziale per la stabilità di governo della Germania, ma che d’altro canto riesce a svolgere anche perché la Baviera, con 12,5 milioni di abitanti, lamenta un residuo fiscale verso lo Repubblica Federale di circa 3 miliardi di euro annui, ben poca cosa se raffrontati al Veneto che, con 5 milioni di abitanti, ha un residuo fiscale verso lo stato italiano che oscilla annualmente tra i 17 e i 21 miliardi di euro, senza contare gli sprechi della spesa pubblica centrale in Veneto che non ci sorprenderebbe se addirittura facesse raddoppiare tale cifra monstre”.
“Si capisce pertanto la differenza sostanziale tra la capacità delle due regioni, che pure costituiscono due fondamentali motori industriali d’Europa, di esercitare un effettiva influenza nel sistema decisionale europeo e globale”.
“Va inoltre ricordato – continua Gianluca Busato – come in tale dibattito il Veneto abbia saputo inserirsi grazie all’opera di Plebiscito.eu, che ha saputo trovare il modo e i tempi più saggi per farlo entrare in prima linea tra le regioni europee prossime all’indipendenza e che oggi, a poco meno di un anno di distanza da tale successo, dà il via alla prima riunione operativa per l’organizzazione delle elezioni autogestite del Parlamento Provvisorio del Veneto indipendente”.
“Chi ha saputo realizzare tale goal strategico – conclude Busato –, in assoluta solitudine e con totale sorpresa di qualsiasi altro esponente o formazione politica regionale, oggi merita la fiducia dei veneti, in quanto proprio per aver già saputo concretamente portare la questione veneta all’attenzione del mondo è il naturale, concreto e più credibile e autorevole candidato a terminare l’opera intrapresa con il raggiungimento della piena indipendenza della Repubblica Veneta”.
L’appuntamento è quindi per questa sera martedì 10 febbraio presso l’hotel Sheraton di Padova a partire dalle ore 20.30, con l’adunata generale dei volontari per l’indipendenza del Veneto.
Ufficio Stampa – Veneto Sì
eravamo in tanti ieri sera, e chi non è venuto ci ha perso assai…
sentivo poco fa da radio radicale che stanno raccogliendo 15 milioni di euro per organizzare a Bruxell un convegno sul “diritto dei cittadini alla conoscenza”… ecco, noi veneti che stiamo sul pratico, la conoscenza ce la stiamo facendo circolare con iniziative capillari perchè i media se ne guardano bene di diffondere la verità delle cose… per questo abbiamo un baùscia che si permette di insultare il popolo veneto come “una razza di ubriaconi”… poi salta fuori che in una ricerca documentata regione per regione i Veneti bevitori sono al settimo posto dopo Piemonte, Toscana e via via… ma l’ignoranza dei dati fa gioco a chi denigra pubblicamente e ripetutamente i Veneti, e chissà quali altri interessi ci sono dietro e se magari ci sono dei suggeritori occulti…
forse che il suo vino prodotto nella sua azienda in Toscana se lo beve tutto lui!
Noi siamo i volontari di una causa di libertà, di verità, di indipendenza, e dignità, ignorati da chi riempie i media di ogni pettegolezzo giudiziario, o di ogni starnuto di politico romano… noi siamo il popolo che ha l’attenzione della stampa estera che ci guarda come punta di un mondo teso a progredire verso mete più avanzate di partecipazione e vero progresso.
Andiamo avanti così, siamo sulla strada giusta!
Viva San Marco!
Purtroppo noi siamo anche la gallina dalle uova d’oro,come indicava qualche tempo fa in un riuscito manifesto un partito che predicava le stesse cose sacrosante e che ora ci viene a raccontare ch’è tutta colpa dell’euro.Il degrado e l’affanno in cui vive la nostra regione si nota ormai da oltre un decennio ed è quello che persegue il folle sistema politico che occupa tutto il paese.Sono riusciti ad ottenere in poco tempo la meridionalizzazione su tutto il territorio nazionale ed ora stanno perseguendo il prossimo step che per chi non l’avesse ancora capito è l’africanizzazione.Pensare che a fronte di qualche protesta e di qualche referendum il macellaio lasci i suoi polli,quando in realtà ha già iniziato a tirargli il collo,pare un semplice,ridicolo e patetico esercizio di fede rivolto oltretutto ad una massa di personaggi che niente hanno a che fare neppure con la dignità o la decenza.