La notizia che il presidente del Messico Enrique Peña Nieto si è trovato praticamente costretto a cancellare la propria visita alla Casa Bianca non pare essere una buona notizia per gli USA.
Esta mañana hemos informado a la Casa Blanca que no asistiré a la reunión de trabajo programada para el próximo martes con el @POTUS.
— Enrique Peña Nieto (@EPN) January 26, 2017
of jobs and companies lost. If Mexico is unwilling to pay for the badly needed wall, then it would be better to cancel the upcoming meeting.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 26, 2017
Al di là dei problemi, alcuni magari anche oggettivi, il Messico rappresenta per gli USA un buon vicino. Una politica particolarmente aggressiva sul famoso tema del “muro” da costruire al confine, nel territorio americano, con la pretesa che a pagarlo siano i messicani, unitamente alla rinegoziazione del trattato commerciale NAFTA tra Canada, USA e Messico, potrebbe creare uno scenario nuovo per lo stato centro-americano, che resta pur sempre importante, con i suoi oltre 117 milioni di abitanti e con un’economia non trascurabile, che lo vede all’11° posto nel mondo per Pil misurato a parità di potere d’acquisto.
Se esso fosse costretto all’angolo, potrebbe addirittura aprirsi uno scenario fino a poche ore fa assolutamente irrealistico, di portata geo-politica.
Qualcuno infatti potrebbe iniziare a chiedersi quanto sarebbe disposta a investire Pechino per un accordo commerciale che saldi in un nuovo accordo globale ciò che potrebbe restare di TTP + NAFTA – USA, magari aggiungendo anche un accordo per una base militare cinese in Messico, approfittando delle tensioni USA-Messico e così rispondendo alle minacce americane nel mar cinese meridionale.
Nel momento in cui si acuiscono le tensioni tra superpotenze, anche uno scenario fino a poche ore fa assurdo ora può diventare possibile.
Se poi si considera la naturale predisposizione della Cina a investire in Paesi ad alto rischio, tale ipotesi oggi diventa forse addirittura probabile.
Se a tale scenario se ne sommano altri, come ad esempio quelli che emergono dai colloqui odierni tra la cancelliera Merkel e il primo ministro cinese Li Keqiang, si comprende anche come nel nuovo equilibrio mondiale che si stra creando dopo Brexit e soprattutto con l’elezione di Trump, si stiano anche rafforzando molto velocemente i legami tra Unione Europea e Cina. Anche tale fenomeno può far nascere una nuova alleanza strategica ed economica, che potrebbe ulteriormente cambiare il quadro generale, unendo gli interessi del primo mercato del mondo, con quelli della seconda potenza economica globale, che aspira a diventare la prima. In tale ambito, come da noi previsto e perseguito da anni, Venezia, il Veneto e tutto l’Alto Adriatico reciterebbero un ruolo fondamentale, che potrebbe dar forma a una sorta di nuova Singapore Europea.
In generale, la lezione che può essere assunta in meno di una settimana dall’insediamento del 45° presidente USA alla Casa Bianca è che in ambito geo-politico può essere rischioso pensare di adottare una tattica transazionale e unilaterale su troppo tavoli contemporaneamente, in quanto si rischia di far alleare tutti i contraenti contro di te, facilitandoli nell’adozione di una strategia negoziale complementare che risulterebbe estremamente agevolata.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu / Veneto Sì