“Decidi tu, ormai sei grande”. Ammetto che mentre leggevo i risultati del sondaggio commissionato all’istituto Ixè di Roberto Weber, mi è tornata in mente questa frase che mia madre mi disse quando – finite le scuole medie – avevo deciso di continuare i miei studi al liceo.
Pensare in prima persona al nostro futuro, a volte ci spaventa, ma che soddisfazione!
Prenderci cura di noi stessi, scegliere conoscendo i nostri bisogni, sentirci padroni della nostra vita, a un certo punto del nostro cammino diventa doveroso. Io credo sia soprattutto giusto. Significa diventare adulti, sposare quella voglia che abbiamo da bambini di diventare al più presto indipendenti.
Guardiamo con un certo orgoglio quel risultato che ci dice che il 54% dei Veneti ritiene giusto convocare il referendum: è pronto, vuole poter raccontare chi è e scegliere per sé.
In questo 54% troviamo tantissimi dei nostri ragazzi (ben il 73% tra i 18 e i 24 anni). Non ci stupiamo. Hanno visto tanti dei loro coetanei prendere scelte difficili, a volte obbligate, come Elisa, Federico, Andrea, andati a lavorare fuori perché la terra dei loro genitori non gli permette più di guardare al futuro.
Ma molti, in quel 54%, fanno parte della mia generazione, nati in Veneto a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Vorremmo lasciare ai nostri figli una terra intraprendente e ricca di energia, così come l’hanno costruita i nostri genitori.
Il cammino di Plebiscito.eu nasce dalla consapevolezza di noi stessi come protagonisti del nostro futuro. Con il Progetto di Legge 342 avevamo delegato ai rappresentanti regionali una scelta non facile, condannandoci all’immobilità.
Ma il 57% dei Veneti sa che davanti a un bivio di questa importanza la strada la potranno indicare solo i Veneti stessi.
In un mondo politico in cui spesso ci sembra che le scelte che più contano vengano prese sopra la nostra testa da 3-4 uomini potenti guidati dal loro esclusivo interesse, emerge forte la voglia di prendere la parola per autodeterminarci e guidare chi ci rappresenta nelle decisioni più complicate.
Noi Veneti, come individui, compiamo scelte importanti ogni giorno. Lo vedo nella mia vita da imprenditore, nello sforzo di tante persone di fare quel passo più in là che ci consente di giocare da assoluti protagonisti la partita europea. Ma lo vediamo anche come comunità, nel nostro sentirci Veneti e alzare sempre la testa davanti alle difficoltà di una crisi economica o di una tragedia naturale. Decidere del nostro futuro non è per noi solo un diritto, ma lo avvertiamo soprattutto come un nostro dovere. Quel 73% che dichiara che voterebbe al referendum sa che questa è l’occasione in cui possiamo dire qualcosa a noi stessi prima che agli altri: possiamo guardarci la sera allo specchio, dopo aver votato, e sapere che mai accetteremo di star zitti e che abbiamo la forza e il coraggio di poter decidere e contare.
Non è di certo un segreto che la qualità della vita nella nostra terra sia drasticamente peggiorata rispetto al passato, lo riconosce il 73% della popolazione. Crediamo sia finito il tempo di raccontarcelo e sia arrivato il momento di costruire insieme la più bella delle soluzioni. Il 64% non dubita che un Veneto indipendente potrebbe camminare forte sulle sue gambe e smettere finalmente di essere trattato come quell’asino, utile, paziente e bastonato.
Nonostante un sistema mediatico che prova a trascinarci in direzioni opposte e contrarie, il 43% dei Veneti sa che l’indipendenza ha una base solida e ragionevole. Rivendico questo risultato come frutto del lavoro che noi di Veneto sì, insieme a molti altri compagni di viaggio, portiamo avanti da anni. Nei tanti incontri che hanno toccato tutte le città del nostro Veneto, abbiamo imparato a guardare più in là, a immaginare soluzioni dove ci dicono che non ce ne sono, a costruire da attori e non più da spettatori il nostro futuro insieme.
Ci emozioniamo a pensare che quel 43% non potrà che crescere nel prossimo mese, quando questa grande opportunità raggiungerà tutti i Veneti nelle loro case. Crediamo che quella X per il Veneto sarà come il sorriso negli occhi di chi, dopo anni di silenzio, si ritrovi finalmente a poter cantare la propria libertà.
Tu chiamale se vuoi emozioni. E se le senti forti come me, aderisci anche tu al Comitato per il Sì nel Referendum di indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Presidente del Comitato per il Sì
“Veneto Sì”