Tra un mese si tengono le prossime elezioni politiche italiane e in molti si chiedono il da farsi. Da un punto di vista generale, al fine di promuovere e attuare una qualsiasi progettualità politica, il metodo elettorale e democratico di per sé è sempre preferibile a qualsiasi alternativa. D’altro canto, ogni situazione è particolare e pertanto è necessario verificare quale possa essere il migliore approccio anche nella fattispecie del prossimo 4 marzo.
La nostra prospettiva, precisiamo, è la difesa dell’interesse generale del Veneto e dei Veneti, ovviamente, che nel mondo moderno sempre più globale e interconnesso può essere difeso al meglio solo con l’indipendenza, in un quadro europeo e internazionale.
Fa quindi specie leggere in questi giorni che il prof. Paolo Bernardini, indipendentista e libertario, che per la precisione si definisce prima libertario e quindi indipendentista, si schieri in favore del voto per Casapound, nel nome di una presunta sovranità italica, che a suo parere, potrà aprire le porte a una successiva sovranità veneta. Fa specie, in quanto Casapound è una formazione intollerante, statalista e per molti aspetti socialista, o meglio, nazional-socialista, che ben poco, se non nulla, ha a che fare con gli ideali liberali classici. Sinceramente ci pare una contraddizione in termini, che ci fa sospettare di malcelate simpatie fasciste, che sono in chiara antitesi con l’indipendenza del Veneto e il diritto di autodeterminazione dei popoli in generale. Tale presa di posizione ci delude profondamente e ci fa ancor più male, in quanto in passato Bernardini si faceva interprete di altre proposte e idee, che anche in questo sito internet e movimento avevano trovato spazio di frequente.
A nostro avviso, la cosiddetta sovranità italiota e il provincialismo autarchico anti-moderno dei neo-fascisti e della sinistra estrema, oltreché idiozie assolute da un punto di vista economico e civico, sono concetti in contrasto con gli interessi del Veneto indipendente, che necessita al contrario di capacità di azione globale, anche oltre i confini UE.
Non si può certo pensare di ambire all’indipendenza se non si è nemmeno in grado di concepire un progetto che permetta alla Repubblica Veneta di essere attore protagonista nella modernità. E la modernità richiede appunto logiche di interconnessione internazionale sotto ogni punto di vista, finanziario, economico, relazionale, industriale, tecnologico, culturale e soprattutto di pensiero. Rifugiarsi in un’Arcadia del passato impossibile da ricreare, quale sarebbe un’Italietta risorgimentale o neo-fascista, prima che un sogno impossibile, è un autentico incubo da tenere il più lontano possibile.
Ciò è ancor più valido qui e ora, ad un mese dalle elezioni politiche italiche, che raffigurano una competizione tra demogoghi incompetenti, che combattono a suon di slogan deleteri e di promesse assurde e nocive, che hanno l’unico comune denominatore di aumentare a dismisura la spesa pubblica, che ovviamente sarà finanziata con la predazione fiscale, in particolare del Veneto, delle sue imprese e dei suoi cittadini. E se qualcuno avesse ancora dubbi sulla loro competenza, basta verificare a quale livello di sottosviluppo abbiano portato lo stato italiano, a ogni livello di governo da diversi decenni a questa parte, senza distinzioni tra destre, sinistre e populisti di sorta.
In tale quadro generale, che fa decidere a BridgeWater, uno dei fondi più importanti del mondo, di scommettere contro l’Italia triplicando le sue posizioni ribassiste da 1,1 a 3 miliardi di dollari, andare a votare alle prossime elezioni del 4 marzo a nostro avviso è da incoscienti, o da eterni illusi.
Quando si assiste a una così colossale presa in giro è infatti doveroso compiere un atto di responsabilità civile e NON andare a votare per non rendersi corresponsabili della partitocrazia criminale. E a chi ci chiede a cosa serve il non voto, chiediamo loro a cosa mai è servito votare in un sistema bloccato e profondamente anti-democratico come quello italiano.
Meglio, molto meglio, l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Veneto Sì / Plebiscito.eu