Considerazioni dopo la manifestazione di Milano che sancisce l’alleanza tra Salvini e l’estrema destra italiana
La sterzata a destra della lega di Salvini, sancita dalla manifestazione di ieri a Milano e testimoniata dalla presenza di un migliaio di attivisti di Casa Pound dà un assetto diverso al quadro politico, con il battesimo di una formazione nazionalista sull’esempio di Alba Dorata in Grecia e del Front National in Francia.
Le riflessioni sono dovute al fatto che ciò ha implicazioni anche per quanto riguarda l’obiettivo di piena indipendenza del Veneto, dato che molti sinceri leghisti forse si sentivano più vicini a questo tema che non all’accostamento ai ragazzi della destra antagonista sociale di Roma e della Calabria, lasciando perdere la deriva sui programmi che ora sfiorano il ridicolo della spazzatura kalergiana che gira in rete, come ben rimarca L’Intraprendente.
La mossa di Salvini è intelligente (per lui), ma crea un problema a noi veneti, testimoniato anche dal suo recente spostamento verso un percorso autonomista.
Come noto infatti l’autonomia del Veneto è impossibile da raggiungere, per due ragioni su tutte: richiede una maggioranza parlamentare dei 2/3 (700 parlamentari su 1000) e non vi sono soldi nello striminzito bilancio dello stato, appensantito da sprechi immani, non toccati neanche nell’ultima legge di stabilità.
Ciò significa che la resurrezione della lega in chiave italiana per gli indipendentisti costituisce un problema da affrontare e risolvere, oltre alla drammatica dispersione di nuove leve che vi si avvicineranno illuse dall’apparente successo di pubblico: se qualcuno ha scelto di allearsi ad essa, in vista delle prossime elezioni regionali, risulta infatti evidente che la risposta da dare è un’altra ed è alternativa ad essa, con la piena consapevolezza che le manfrine sul nuovo referendum regionale per l’indipendenza sono solo un misero tentativo di addomesticare la battaglia per l’indipendenza del Veneto. A questi signori interessa solo farsi altri 5 anni di gestione di appalti e prebende pubbliche, costruendosi la propria pensione sicura alle spalle dei poveri veneti, continuando a prendere in giro i propri elettori come hanno saputo fare alla grande in 25 anni di fallimenti politici.
Per quanto ci riguarda, sul fronte programmatico sicuramente il progetto istituzionale della Repubblica Veneta che sarà presentato il prossimo 9 novembre a Treviso rappresenterà una solida dimostrazione che intende rispondere sul piano dei contenuti, mentre sul lato dell’azione politica si impone una presa di realtà per evitare di essere deviati dalle follie italianiste che si sono impossessate dei nostri amici leghisti.
Anche perché, com’è evidente a tutti, se non conquistiamo la nostra piena indipendenza in pochi mesi, la desertificazione economica e sociale del Veneto imporrà a una gran parte di veneti di dare un paio di giri di corda alla valigia di cartone per una nuova diaspora che tutti vogliamo evitare, a parte gli irresponsabili rappresentanti politici ora seduti in regione.
Gianluca Busato
Segretario – Veneto Sì
Ma comme possono ancora qualche indipendentisti, fidarsi e affidarsi dunque a Zaia e compagni ( o camerati? )
i leghisti, Salvini Zaia e nomi in vista, cavalcano i problemi a suon di slogan che possono essere condivisibili o meno ma rimangono nell’aria come le grandi problematiche del mondo e mirano ad un consenso generalizzato avendo come obiettivo le percentuali dei prossimi voti in vista di piazzamenti al governo di Roma, che rimarranno comunque sempre inferiori ad altri, perciò su posizioni balterne… noi Veneti abbiamo la concretezza dei nostri paesi e delle nostre città sotto gli occhi e ci concentriamo sulla realtà che ci è sotto gli occhi e sul fattibile in tempi brevi perchè dipende da noi…non ambiamo più a percentuali a votazioni italiane che non c’interessano più ma al realizzabile da subito, nell’arco di mesi, perchè prima prendiamo noi in mano le redini del nostro Veneto, più facilmente possiamo incidere sulla nostra vita e dare anche un’indicazione concreta, per non dire lezione a chi governasse altrove, di quello che è necessario fare per cambiare strada… la nostra realtà minuta, il tessuto in cui viviamo, aziende, scuola, mondo giovanile, sport, crescita nella partecipazione, impostazione di relazioni dirette con gli altri stati dai più vicini ai più lontani, tutto questo ci deve veder impegnati, al di là degli slogan sbandierati dalle piazze e dai media…noi siamo gente operosa e silenziosa, che fa i fatti non le parole…poi un giorno parleranno anche di noi e ci imiteranno…
lavoriamo per noi stessi, non è egoismo, è per salvarci e così potremo esser utili anche agli altri…
A me non dispiace affatto questa vicinanza di posizioni tra la Lega Nord e la Destra, visto che la pensiamo allo stesso modo sull’immigrazione.
Preferite cominciare a litigare tra noi? Cerchiamo di essere pragmatici, risolviamo un problema alla volta, raggiungiamo un numero consistente, poi un domani, dopo aver fatto un pochino di pulizia, penseremo alla secessione. Cominciare adesso con la storia destra-sinistra è veramente, scusate il termine, da idioti.
mi sembra appunto che era questo il senso dell’articolo! abbiamo altro da fare noi veneti ora…costruiamo il nostro Veneto indipendente e lasciamo perdere chi ha solo interesse suscitar inutili polemiche e perdere tempo a litigare se questa o quella battaglia è di destra o di sinistra…
Per noi la priorità assoluta è realizzare la nostra indipendenza per far funzionale l’economia e dare un assetto diverso a tutto il resto che non è poco…e, ricordiamolo, in regime che instaureremo di democrazia diretta, cioè partecipata e non delegata per le decisioni che ci riguardano…
sono pessimista che c’e’ la possiamo fare democraticamente,il popolo veneto e stanco .sfiduciato,e paura di non trovare l’appiglio giusto.credo che bisogna coprirsi” le spalle ” e dall’oggi al domani chiudere le strade in entrata e uscita dal veneto ,proclamando la reppublica veneta indipendente( a roma non sono cosi stupidi di darci la liberta) certo che questo mio pensiero spero sia ultimo da prendere in considerazione , ben venga il passaggio democratico di liberta per il veneto